Inclusione sociale: un traguardo assai lontano
E’ di queste ore la notizia seconda la quale, a Bari, otto persone con disabilità sono state condannate a quattro mesi di reclusione per aver manifestato per tutelare i propri diritti
L’esclusione sociale in Italia cresce, invece di diminuire. Non è una sorpresa constatare che vivere in una società sana, sicura, con opportunità formative, economiche e sociali, al riparo dalla sopraffazione e dalla corruzione, aperto a parità di opportunità è ancora un’utopia.
L’opinione pubblica va provocata perché s’interroghi sugli effetti delle barriere fisiche e sociali; sulle restrizioni delle libertà fondamentali; sulle scarse risorse spese in educazione, in sanità e mobilità.
L’inclusione sociale delle persone con disabilità, continua a restare una ferita aperta, mi riferisco ai diritti inalienabili di cinque milioni di persone con disabilità alle quali occorre, urgentemente, assicurare l’assistenza sanitaria e sociale, il diritto a vivere una vita indipendente e, più in generale, di essere inclusi nella società con tutte le opportunità, (giustizia, istruzione, lavoro, partecipazione sociale e politica), di cui godono gli altri cittadini.
La liberazione dalla prigionia della disabilità si può realizzare solo attraverso l’accessibilità alle cure, alle terapie avanzate e alle tecnologie, (ausili, ortesi e protesi), corrispondenti alle proprie esigenze nonché attraverso l’esercizio dei propri diritti e la sostenibilità delle città e delle comunità, che devono essere prive di barriere architettoniche e sociali.
Voglio esprimere la mia solidarietà alle persone condannate per aver voluto manifestare il loro diritto ad una vita dignitosa.
Salvatore Cimmino