L’atto del credere
Esistono almeno due tipi di fede: una è la fede religiosa, ma non intendo esaminare il credo religioso perché questi è sacro e degno di rispetto indipendentemente dal fatto che lo si condivida o meno; l’altra è la fede in se stessi, nei propri ideali e nella sacralità della vita. Ecco, questa è la fede di cui voglio parlarvi.
Fede vuol dire saper amare chi non può amarti. Fede vuol dire saper accettare chi non sa accettarti. Fede vuol dire dimenticare per non essere dimenticato. Fede vuol dire guardarsi nel cuore ogni giorno. Se qualcuno sorride mentre provi a costruirti un mondo di fede non dare retta alle sue parole: sii fedele con te stesso.
Credere in te stesso vuol dire essere convinto della verità che tu stesso rappresenti. Nessuno può sapere quanta verità c’è in te, più di te stesso. Nessuno può cambiare quello che provi, quello che pensi, se tu non lo vuoi.
Credere in te stesso significa avere fiducia in quello che fai, in quello che dici, in quello che sogni. Avere fiducia è amare. Più tu avrai fiducia in ciò che fai, più crescerà in te la voglia di fare bene e meglio.
Credere in te stesso è ritenere possibile che quello che fai è la cosa giusta. Credere in te stesso significa avere fede in quello che provi. La fede è qualcosa che nasce dal cuore. Nessuno può regalarti la fede. Soltanto tu puoi costruirtene una a tua misura. La fede va oltre i risultati; va al di là degli obiettivi; non conosce limiti e non si ferma davanti alle paure. Avere fede è di per sé un miracolo che va custodito, protetto, perfezionato.
Una persona che ha fede in quel che fa riesce a oltrepassare i limiti delle difficoltà; quando c’è fede anche in momenti avversi diventeranno piccole problematiche da superare con pazienza.
Khalil Gibran, poeta, pittore e filosofo libanese, diceva: “La fede è conoscenza del cuore e oltrepassa il potere della dimostrazione.”
Negli ultimi anni ho imparato ad avere fede, a credere in un progetto che è divenuto nel tempo la pietra miliare della mia vita e movente del mio credo: un mondo senza barriere e senza frontiere, dove le persone con disabilità non conosceranno ostacoli alla propria crescita, alla propria libertà, e alla propria dignità.
Il nuoto, il nuoto di fondo in particolare, una disciplina che della passione e del sacrificio fa un fondamento portante, è il protagonista assoluto di questo progetto: tento di costruire un ponte che unisca il mondo delle persone con disabilità al mondo produttivo.
I prossimi ponti che mi appresto a costruire saranno ancora più ambiziosi di quelli precedenti: un progetto di Legge sull’equiparazione dell’invalidità civile con gli infortuni sul lavoro; realizzare i sogni di tanti ragazzi e ragazze affamati di conoscenza e sete di vivere. Certamente saranno ponti molto dispendiosi, ma io credo nelle persone, credo nel loro amore per la vita!
Questo progetto vuole sfiorare con mano leggera le storie di persone che vivono il disagio, le difficoltà dell’esistenza, l’impegno totale delle famiglie, la speranza di un evento risolutivo o almeno migliorativo delle loro condizioni di vita. Evviva la vita.
Salvatore Cimmino