Una proposta di Legge che mira a rendere esigibile il diritto alla dignitosa esistenza delle persone con disabilità e le loro famiglie.
Il crescente distacco tra cittadini con disabilità, (insieme alle loro famiglie) e le politiche che si registrano nel nostro Paese non sono ascrivibili solo a qualunquismo, disinteresse o protesta, più o meno consapevole, nei confronti di una classe politica inadeguata e corrotta. È indice di qualcosa di più grave: una radicale perdita di fiducia nella democrazia come veicolo di cambiamento ed emancipazione sociale, che oggi interessa in particolare i più svantaggiati.
Per usare un ossimoro, persone con disabilità senza politica: come dire genitori senza figli. Girando l’Italia, (a nuoto), ho potuto constatare un disamoramento totale per le istituzioni, persone in preda alla rassegnazione perché le disabilità si traducono sovente in handicap, (limitazioni), in relazione alle barriere, (giuridiche, architettoniche, psicologiche e sociali), che si incontrano quotidianamente.
Lo scarso interesse delle persone con disabilità e delle loro famiglie per la politica riflette lo scarso interesse della politica per le persone con disabilità e le loro famiglie. La politica, in Italia, è diventata un gioco di intrattenimento per le classi medio alte. Un gioco che non appassiona, e non coinvolge, chi, a causa delle barriere, soprattutto quelle giuridiche, ha perso qualsiasi speranza nella possibilità di una soluzione collettiva ai propri problemi.
Nella prospettiva delle prossime elezioni sarà fondamentale, io credo, per chi si propone di tutelare i diritti delle persone con disabilità, approfondire la conoscenza della Convenzione delle Nazioni Unite per salvaguardare i principi di libertà e di uguaglianza che la sostengono.
Per tutto questo sto lavorando a una proposta di Legge che mira a rendere esigibile il diritto alla dignitosa esistenza delle persone con disabilità e le loro famiglie. Una proposta di Legge che mira ad estendere, anche agli invalidi civili, come già avviene per gli infortunati sul lavoro, a fruire delle tecnologie e delle cure più avanzate di cui alla legge n. 18 del 3 marzo 2009, con cui il Parlamento ha autorizzato la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.
Ogni cittadino con disabilità ha il diritto alla mobilità personale con la maggiore autonomia possibile, questo è il principio solennemente affermato dall’articolo 20 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, di cui gli Stati Parti provvedono a: facilitare la mobilità personale nei modi e nei tempi da loro scelti ed a costi accessibili; incoraggiare i produttori di ausili alla mobilità, apparati e accessori e tecnologie di supporto a prendere in considerazione tutti gli aspetti della mobilità delle persone con disabilità.
Una proposta di Legge che mira, finalmente, ad affermare il diritto di Cittadinanza
Salvatore Cimmino
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