Per l’umanità non c’è nulla di più importante dell’umanità stessa
Quando genitori di figli con disabilità valutano la possibilità di iscrivere i propri bambini a scuola o di ricercare la riabilitazione a loro più congeniale spesso vanno incontro ad una serie di ostacoli e impedimenti fortemente discriminanti che si configurano come violazione del diritto alla salute, all’istruzione, all’inclusione e alle libertà. Un dramma silenzioso che molti genitori si portano dentro da anni e che, malgrado ciò, ha sempre trovato pochissimo spazio sulla stampa e nel dibattito pubblico.
Ogni giorno infortuni sul lavoro, incidenti stradali e domestici, malattie rare e patologie gravi come il cancro e il diabete provocano disabilità permanenti. Ogni giorno i diritti delle persone colpite da questi accadimenti vengono violati. Ogni giorno le barriere sociali, fisiche e culturali ne ostacolano l’integrazione determinando emarginazione.
L’unica strada per mettere fine alla prigionia delle disabilità è quella di rendere accessibili e fruibili le nostre città, costruire un sistema sanitario efficiente e garantito, sostenere la ricerca scientifica al fine di dare un nome a malattie genetiche sconosciute, liberare le nuove e incredibili tecnologie dai cassetti dei principali centri di ricerca affinché divengano oggetto di programmi statali, funzionali a migliorare la qualità della vita.
In Italia, le persone con disabilità (bambini, adolescenti e adulti), non possono avere una vita regolare, intendendo con questo aggettivo, la possibilità di relazionarsi con il mondo esterno: uscire di casa è sempre una avventura: le nostre città sono socialmente barrierate: dense di ostacoli che ne impediscono le libertà. Ma l’aspetto più grave è che, tutti noi sappiamo, tali barriere sono illegali. Infatti la nostra legislazione, da decenni, combatte e previene l’emarginazione.
Tuttavia, queste norme sono del tutto violate e, le cause principali sono da ricercare nella scarsa sensibilità sociale e culturale sulle libertà e i diritti civili. Pertanto, di fronte a una realtà che è quasi una regola di vita per le persone con disabilità, è divenuto urgente mettere in atto politiche capaci di rispondere con efficacia alle legittime richieste di libertà e che queste evidenti violazioni non vengano più trattate come casi isolati.
Salvatore Cimmino
È verissimo quello che scrivi, Salvatore, e purtroppo molte di quelle carenze e leggi inapplicate, partono spesso dallo stesso legislatore che quelle leggi le ha scritte, perché alla fine non contengono sanzioni, e così vengono lette dai tecnici che dovrebbero appicarle, come semplici raccomandazioni. Da parte loro, le leggi che invece le sanzioni le contemplano, è quasi impossibile per il cittadino medio farle applicare, perché non esistono servizi diretti che si occupano della loro applicazione ma tutto deve passare attraverso una denuncia che non solo sarà costosa in termini economici, ma insostenibile in quella del tempo. Non è possibile attendere risposte di 5/10 anni quando quella determinata barriera mi impedisce di vivere oggi.
Solo chi vive una disabilità sa quanto è difficile vivere in Italia.Per ogni faccenda da sbrigare si deve ricorrere a qualc he persona SANA. Uffici, scuole, negozi abitazioni tutto è precluso ad un disabile. Museo teatri cinema locali non permettono spesso l’accesso ad un disabile. Non voglio neppure parlare delle spiagge italiane senza accesso al mare o al lago e che dire dei bagni che hanno solo il simbolo degli invalidi e poi sono così angusti che non ci si entra neppure con una sedia a rotelle. È veramente vergognoso che si autorizzano ristoranti e bar con dei servizi non idonei a tutti. VERGOGNATEVI!!!!
Giusto ,non c’è nulla di più importante dell’ umanità stessa , sembra una parola aliena .,…la disabilità è una condizione che la società dovrebbe arrivare ad alleggerire per il disabile stesso ,le leggi ci sono ,ma non la sensibilità delle varie amministrazioni , sembra sempre che ti facciano il piacere