Basta barriere! Uniti per uscire dal buio
Per questo voglio ringraziare, con sincera riconoscenza, Laura Coccia e Maria Chiara Carrozza, sia per l’interesse che hanno manifestato nei confronti della mia iniziativa sia soprattutto per l’impegno concreto con cui quotidianamente affrontano il tema della disabilità.
Da quando vivo da amputato, a seguito di un osteosarcoma, e ormai sono moltissimi anni, ho seguito con ovvio interesse i progressi che la medicina e la tecnologia ottenevano in campo protesico e, più in generale, nell’ambito degli ausili per i disabili.Affrontare la quotidianità con una protesi di nuova generazione piuttosto che con una obsoleta naturalmente non è proprio la stessa cosa, e non è la stessa cosa neanche, per chi non può deambulare autonomamente, poter prendere normalmente un autobus, o scendere agevolmente da un marciapiede, o parcheggiare la macchina con facilità piuttosto che dover rinunciare a tutto per non essere costretti a dover affrontare mortificanti e insormontabili ostacoli.
L’Italia è un paese all’avanguardia nel campo della normativa sulla disabilità e lo è anche nel campo della ricerca scientifica, medica e tecnologica e però, ad oggi, nei fatti, non siamo ancora riusciti, nonostante autorevoli tentativi, a garantire finalmente a tutte le Persone con Disabilità l’accesso alle nuove tecnologie, non siamo riusciti ad abbattere completamente le barriere architettoniche e a potenziare le infrastrutture per migliorare la mobilità nelle nostre città e, cosa in assoluta più grave, non siamo intervenuti in tutte le scuole per garantire ai bambini e ai ragazzi disabili un accesso normale alle aule.Mi ferisce dirlo ma sembra sempre che non ci siano abbastanza soldi da investire, come se non fosse ancora chiaro che un paese per dirsi civile ha il dovere di garantire a tutti i cittadini di poter vivere con dignità.
Credo che questo stato di cose debba cambiare e sono fiducioso che il percorso sia già in atto.
Ho incontrato, nel corso di questi anni di nuoto, tantissime persone, anche tra i rappresentanti degli Enti locali, già da moltissimo tempo impegnate per migliorare la vita dei disabili, convinte che una società equa sia quella capace di offrire a tutti la possibilità di crescere e realizzare i propri sogni.
Il primo febbraio, grazie all’appoggio straordinario di Finmeccanica, – storicamente ha sempre prestato attenzione ai temi sociali – partirò per gli Stati Uniti dove affronterò l’ultima tappa del progetto “A nuoto nei mari del Globo”, iniziativa nata proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di rendere accessibili le nuove tecnologie a tutti i disabili.Si tratta sicuramente del percorso più impegnativo affrontato fin’ora perché per coprire la distanza che separa Cuba dalla Florida dovrò nuotare per oltre 180 chilometri, in una traversata durissima che in tanti hanno tentato ma che una sola persona è riuscita a concludere.
Voglio dire che nel corso di questi anni di nuoto non mi sono mai sentito solo, ho sempre avuto l’appoggio convinto e decisivo di tantissime persone, primo tra tutti il Circolo Canottieri Aniene, e poi associazioni, Enti locali e organizzazioni e questa volta, nonostante le obiettive maggiori difficoltà e incognite, parto ancora più tranquillo e motivato grazie al sostegno autorevole e promettente dei maggiori centri di ricerca italiani, la Scuola Superiore Sant’Anna, il Campus Biomedico di Roma e l’Istituto di Scienza e Medicina dello Sport del Coni che mi supporteranno durante la mia permanenza a Miami e nel corso di tutta la traversata da l’Habana a Key West Island.
Inoltre voglio ringraziare per la condivisione, la solidarietà e la vicinanza espresse fin dall’inizio il Presidente del Coni Giovanni Malagò, il Presidente della Fondazione Roma Emmanuele Emanuele, Padre Raffaele Mandolesi, missionario Caracciolino, Generale dell’Ordine dei Chierici Regolari Minori, il Direttore dell’Istituto di Scienza e Medicina dello Sport Antonio Spataro, il Pro Rettore del Campus Bio – Medico Eugenio Guglielmelli, il Rotary Club di Orvieto, l’Avv. Piero Salussola, che mi ospiterà per tutto il periodo nella sua casa di Miami, e poi il mio amico Filippo Tassara, tecnico dello staff della nazionale di nuoto di fondo italiana, i cui consigli sono stati e continuano ad essere assolutamente fondamentali.Consentitemi infine di ringraziare l’Associazione di Promozione Sociale Monte Sacro che, grazie ad un protocollo d’intesa con l’Inail Lazio, mi ha aiutato a trasferire oltre 20 metri cubi di ausili al Centro di riabilitazione per disabili Shirika La Umoja di Goma, nella Repubblica Democratica del Congo.
Un forte abbraccio
Salvatore Cimmino