RIMUOVERE LE BARRIERE PER CREARE UNA SOCIETA’ INCLUSIVA E ACCESSIBILE
(Prof. On. Maria Chiara Carrozza; Prof. Straordinario Eugenio Guglielmelli; Avv. Cav. Piero Salussolia; Ing. Alfredo Pagani, Dr Edward Von Freymann; nonché l’On. Franca Biondelli e l’Ing. Elio Catania che causa un impedimento dell’ultimo momento non sono potuti venire).
Voglio proprio partire da questo, dal tema della solidarietà e dalla condivisione, e dall’importanza che queste due parole per chiunque, e a maggior ragione per un disabile, assumono nel corso della vita. La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità disegna molto bene, con grande efficacia, le condizioni entro le quali ogni disabile deve poter organizzare la propria esistenza e sottolinea inoltre, fatto straordinariamente importante, come della disabilità ogni società debba farsi carico trasformando questa condizione da fatto privato a fatto sociale.
Un mondo solidale, giusto, equo, come è ovvio, non lascia indietro nessuno e delle fragilità si fa carico.Certo, questo sulla carta, nelle intenzioni.
Il mondo reale però è più duro, ed è difficile creare queste condizioni perché gli ostacoli sono molti e alcuni anche difficilmente superabili.
Un ostacolo è il fattore economico, un ostacolo è l’indifferenza, un ostacolo è anche la mancanza di conoscenza, l’ignoranza. A tutti questi impedimenti però la scienza e la politica possono, se in sinergia e con convinzione, in buona parte ovviare.
Da quando porto una protesi, e sono passati ormai quasi trentacinque anni, la scienza ha fatto passi da gigante. La ricerca tecnologica, grazie alle straordinarie capacità e competenze dei ricercatori, è stata in grado di realizzare, in campo protesico ma non solo, prodotti eccellenti, in grado di modificare radicalmente, in meglio, la qualità delle nostre vite.
Questi miglioramenti, credetemi, non rappresentano un vantaggio solo per noi che ne usufruiamo direttamente, ma costituiscono in realtà una notevolissima convenienza, anche in termini economici, per tutta la società.Voglio partire dal mio caso: da quando mi è stata fornita una protesi di ultima generazione, con il ginocchio elettronico, e sono passati ormai otto anni, il risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale, come confermatomi dalla ASL, è stato notevolissimo poiché non ho avuto bisogno di ricorrere, con la stessa frequenza di prima, al Centro Protesi di Vigorso di Budrio per le riparazioni e gli aggiustamenti. Inoltre ho risolto gran parte dei miei problemi alla schiena perché riesco a camminare molto più eretto e con meno fatica.
Il punto è: perché non tutti i disabili possono godere degli stessi vantaggi? Perché in Italia è ancora in vigore un nomenclatore tariffario così obsoleto? Quanto ci stiamo perdendo, come Paese, in termini economici e in grado di civiltà, continuando ad ignorare questi ritardi?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ci fornisce dati davvero spaventosi: ogni anno sono oltre un milione le amputazioni che vengono eseguite a causa del diabete. Ogni 30 secondi a una persona viene amputato un arto inferiore.
Le malattie rare sono circa 6000, e l’80% ha un’origine genetica. Secondo stime recenti, nell’Unione Europea, circa 30 milioni di persone soffrono di una malattia rara, vale a dire la somma della popolazione di Olanda, Belgio e Lussemburgo. Solo in Italia sono circa 2 milioni e di questi il 70% è rappresentato da bambini.
Sottolineo questi numeri perché la loro grandezza dovrebbe, io credo, chiarire la necessità, urgente, di affrontare il problema della disabilità con parametri nuovi, passando dal concetto di mera assistenza a quello di inclusione, partecipazione, ascolto, promuovendo percorsi di autonomia e valorizzazione delle capacità, puntando molto sul mondo del lavoro e tenendo sempre a mente che anche in questo campo, anzi soprattutto in questo campo, è necessario applicarsi rivolgendo uno sguardo che sia lungo e progettuale, perché un grande investimento oggi permetterà sicuramente grandi risparmi per il domani.
E siccome stiamo parlando di persone, e le persone non devono mai essere rappresentate esclusivamente come un costo, io esprimo anche la speranza che la disabilità, intesa come diversità, un giorno molto vicino possa arrivare ad essere vissuta come una risorsa, come un occasione di crescita e sviluppo per tutte le società.In questi anni, girando l’Italia e il mondo nel tentativo di sensibilizzare le persone sulle necessità e le urgenze del mondo dei disabili, ho incontrato soltanto persone straordinarie, gente comune e rappresentanti della politica, sempre accoglienti e disposti all’ascolto e alla collaborazione.
La politica, soprattutto, e parlo di amministratori locali, non si è mai tirata indietro e anzi ha sempre dimostrato di saper assolvere con grande dignità e competenza al ruolo di guida e di governo.
Nelle piccole realtà territoriali si realizzano molto spesso progetti che coinvolgono i disabili, ed è ben chiara a questi sindaci e assessori l’importanza del sostegno alle famiglie, che non dovrebbero mai essere lasciate sole nella gestione di queste difficoltà.
Da parte mia io continuo a fare quello che so fare, nuoto sperando che ogni volta, le mie traversate, suscitando curiosità, riescano a focalizzare l’attenzione sui problemi del nostro mondo, dando voce a chi non può parlare, rappresentando i bisogni e i desideri di quanti non sono in grado di esprimerli.Oggi qui, in questo Circolo che per primo ha creduto in me e nel mio progetto, è presente la politica ed è presente la scienza: da questo incontro spero possano nascere idee per una collaborazione utile e proficua.
Con Affetto
Salvatore Cimmino