Senza l’istruzione, le migliori leggi restano inutili
Le persone con disabilità devono poter dire la loro, contribuire a plasmare la società civile e partecipare alle decisioni che riguardano la vita politica, pubblica e sociale allo scopo di migliorare i presupposti della solidarietà.
Lo strumento – ritengo – per raggiungere il traguardo dell’ inclusione è la Scuola perché maestra di vita a tutti i livelli. Quindi sarebbe importante che l’integrazione iniziasse dalla scuola materna.
Già in età prescolastica tutti i bambini, anche quelli con disabilità, dovrebbero avere la possibilità di frequentare gli asili nido perché mentre da un lato rappresenterebbe un grande aiuto per i genitori che così avrebbero la possibilità di conciliare meglio la vita professionale con il difficile compito di accudimento di un figlio con disabilità, dall’altro i bambini normodotati imparerebbero ad instaurare un contatto e un legame con i coetanei con disabilità e questi ultimi avrebbero la possibilità di partecipare alla vita sociale e di sviluppare, nella misura permessa dalla loro disabilità, una certa autonomia.
Il risultato che ne scaturirebbe sarebbe rivoluzionario: permetterebbe ai bambini di capirsi meglio e imparare gli uni dagli altri giocando insieme.
A scuola non si impara solo a leggere e scrivere, ma anche a socializzare, a stringere amicizie, a cavarsela da sé!
A tal proposito, un esempio concreto l’ho potuto constatare la settimana scorsa, in Sardegna, in occasione della manifestazione “Sport da A-Mare”, organizzata dall’ACSI insieme all’ESA Worldwide e alla Lega Navale di Porto San Paolo, durante un’ incontro appassionante che ho avuto all’Istituto Comprensivo di Loiri Porto San Paolo. E per questo esprimo la mia gratitudine alla preside e agli insegnanti per avermi fatto incontrare i loro incantevoli alunni pronti all’ascolto e a condividere un messaggio di democrazia.
La disabilità non è un’anomalia, ma soltanto una delle tante varianti dell’essere umano. E la varietà degli esseri umani diventa un fattore vincente quando le capacità e potenzialità di ognuno vengono impiegate in maniera appropriata ed efficace – anche e soprattutto per costruirsi una vita sociale.
Con gratitudine,
Salvatore Cimmino
Ho capito male io o ti sei ammattito?: nel 2016 vorresti fare 166 Km nell’Atlantico????????
Fammi sapere che ti “sconvinco” prima!
Claudio
Non c’è nulla che spaventi l’uomo che prendere coscienza dell’immensità
di cosa è capace di fare e diventare.
Soren Kierkegaard
Non so se sia più grande il tuo cuore o se sia più dura la tua testa!
Facci sapere le precauzioni che stai prendendo per un’impresa così “audace”.
Carissimo Giulio, ti inoltro un articolo che più di qualsiasi parola racconta la triste realtà della nostra cara Italia:
http://www.superando.it/2014/10/16/samuele-aspetta-ancora-di-potere-andare-a-scuola/