LO SPORT COME STRUMENTO DI INCLUSIONE E SVILUPPO SOCIALE PER LE PERSONE CON DISABILITÀ
Introduzione:
Ci sono circa un miliardo di persone con disabilità nel mondo, pari al 15 per cento della popolazione mondiale. L’evidenza suggerisce che le persone con disabilità sono sproporzionatamente rappresentati tra i poveri del mondo. I bambini con disabilità hanno meno probabilità di frequentare la scuola, che a sua volta riduce le loro possibilità di sviluppo delle competenze per le future opportunità di integrazione. Questo tipo di esclusione, sia economica che sociale, viola i diritti umani della più grande minoranza del mondo e pone una grande sfida di sviluppo. Solo società ricche che sono veramente inclusive potranno contribuire a rafforzare il godimento dei diritti umani fondamentali e concorrere allo sviluppo di tutti i suoi membri.
Nazioni Unite, 10 Giugno 2014
Oggi mi trovo in un posto speciale, nel luogo delle buone intenzioni, dove ci si incontra a livello globale per ricercare insieme soluzioni ai problemi del pianeta e dei suoi abitanti.
E` un onore grandissimo quello di poter intervenire qui, portando la mia storia, nella speranza che anche una piccola esperienza possa contribuire al grande progetto delle Nazioni Unite.
Vivo da disabile dall`eta` di 14 anni, da quando, per salvarmi la vita, I medici decisero di amputarmi la gamba destra, molto in alto, quasi all`altezza dell`inguine. Gia` da questo si deduce quanto, all`epoca, fosse complicate e tardiva la diagnosi di osteosarcoma.
Una partita di pallacanestro tra adolescenti, un calcio, un dolore che non va via. Quindi una radiografia. La diagnosi fu talmente nefasta che I miei genitori, pur portandomi immediatamente a Bologna, all`ospedale Rizzoli, intimamente erano convinti di aver gia` perso un figlio.
Dopo l`operazione, lunga a quanto mi raccontano, non e` stato per niente facile recuperare una dimensione di normalita`. Sono seguiti anni di chemioterapie, sedute di fisioterapie nel Centro Inail di Budrio per imparare a camminare con la protesi, difficolta` infinite dal punto di vista psicologico.
Ero solo un ragazzino, colpito, in un momento cosi particolare dello sviluppo, da un dramma che le mie spalle, da sole, non riuscivano a sostenere.
In quel periodo ho imparato alcuni tra I valori che ancora mi accompagnano e che spero di riuscire a trasmettere alle persone che incontro: la solidarieta`, l`attenzione verso l`altro, la pazienza, la capacita` di accogliere le diversita` in uno spirito di crescita e arricchimento.
Li ho imparati proprio grazie alla mia famiglia, a tutti I medici, gli infermieri, I fisioterapisti che mi hanno accompagnato verso la guarigione.
Tutto cio` naturalmente mi ha molto aiutato ma non ha impedito che il mio percorso di vita sia stato a tratti molto faticoso perche`, fin da subito, ho capito che il mondo in cui viviamo e` spesso tagliato soltanto su misura delle persone perfettamente abili e sane.
Questa realta` pero`, invece di scoraggiarmi mi ha spinto, qualche anno fa, a mettermi in gioco per raccontare a quante piu` persone possibili la vita di un disabile, le sue difficolta`, le sue esigenze ma anche le sue potenzialita`, la sua voglia di partecipazione e d`integrazione.
E` nato un progetto che mi ha portato a nuotare in posti meravigliosi ma, soprattutto, mi ha fatto conoscere persone straordinarie e capaci, impegnate, con convinzione e generosita` enormi, nel tentativo di abbattere definitivamente quelle barriere, architettoniche e mentali, che impediscono al disabile un vero percorso di integrazione e partecipazione.
Sono convinto che sia indispensabile prendere atto che la realizzazione di una vera societa` democratica passa necessariamente attraverso l`inclusione totale e convinta di ogni individuo, al quale vanno offerte risorse e occasioni di crescita e sviluppo indipendentemente dalla sua condizione iniziale.
Questo per dire che il diversamente abile, l`handicappato, il disabile o comunque lo si voglia chiamare e`, innanzitutto, una persona che, nella sua diversita`, e proprio a partire da quella, ha bisogno di trovare risorse per una vita piena, soddisfacente e produttiva.
La vita dei disabili, la nostra vita, diversamente da quanto spesso si e` portati a credere, ha un senso ed uno scopo. Le difficolta` che incontriamo nel gestire la quotidianieta` sono spesso accresciute, se non create, da un problema di tipo culturale che condiziona le relazioni tra disabili e normodotati creando una distanza che impedisce l`integrazione.
I giovani disabili, in particolare, si trovano a dover risolvere, oltre ai problemi di tipo pratico derivanti dal loro specifico problema, anche un enorme groviglio psicologico che e` tipico dell`eta` adolescenziale ma che viene amplificato dall`incapacita` di gestire una diversita` vissuta come un impedimento, ingiusto e doloroso, ad una vita piena e serena.
E` necessario pero`, soprattutto pensando ai ragazzi, arrivare a capire che la disabilita` puo` se non completamente annullarsi diventare, in alcuni casi, molto piu` facilmente gestibile. Questo grazie ad una serie di fattori tutti ugualmente importanti: penso agli aiuti alle famiglie, a politiche inclusive dal punto di vista lavorativo, ad un intervento culturale che iniziando dalla scuola finisca per pervadere l`intera societa`, a risorse economiche da destinarsi specificatamente all`abbattimento definitivo, ovunque, delle barriere architettoniche, ad interventi diretti e convinti nei paesi in via di sviluppo dove la disabilita` e` spesso figlia delle guerre e di un`insufficiente, se non completamente assente, assistenza sanitaria.
E poi penso agli enormi e straordinari passi avanti compiuti dalla ricerca scientifica e dallo sviluppo tecnologico e alla necessita` di attuare quei processi che consentano a tutti I disabili di poterne fruire. Mi riferisco soprattutto della tecnologia applicata ai dispositivi protesici, che mi riguarda direttamente, ma parlo anche del contributo portato dall`ingegneria alla medicina che ha reso possibile, per esempio, la produzione di dispositivi poco invasivi per il rilascio mirato dei farmaci o per il controllo di protesi sempre piu` complesse, come nel caso del cuore artificiale.
Una cosa importante, che ho capito con il passare degli anni, e` che non si puo` combattere contro una condizione definitiva, bisogna invece in qualche modo assecondarla individuando e potenziando tutte quelle competenze che sono ancora presenti. Lo dico perche` noi disabili, lo sport, in questa direzione, puo` offrire un contributo assolutamente fondamentale.
Lo sport ha significati ed effetti che trascendono il benessere fisico intervenendo, nel caso di un disagio mentale, anche sullo sviluppo delle capacita` logiche ed intellettive e, in ogni caso, facilitando I processi di inclusione e socializzazione perche` rende possibili, anche attraverso l`aspetto ludico, esperienze di relazioni che altrimenti rischierebbero di rimanere precluse.
Sono convinto che tutti I giovani, normodotati e disabili, potrebbero trovare nello sport un punto di confronto utile ed avviare un processo di cambiamento vero e profondo nella societa`, un processo che contempli finalmente parole come integrazione e inclusione e che valorizzi le differenze e consenta a tutti di contribuire ad uno sviluppo diverso di questo nostro pianeta, uno sviluppo che non lasci ne` indietro ne` fuori piu` nessuno.
Nuotando provo sensazioni straordinarie, torno ad avere tutte e due le gambe, torno a correre, non ho impedimenti ne` fisici ne` mentali.
Vorrei che nel mondo tutti potessero correre insieme.
Grazie per avermi ascoltato, grazie alla Missione Permanente Italiana, grazie a tutti.
Salvatore Cimmino
Ciao Salvatore Complimenti davvero! penso che il sogno si sia avverato e il tuo messaggio anche! ti chiedo il permesso di poter pubblicare sul nostro Forum il tuo Articolo. per noi sarebbe un grande onore…un abbraccio forte da tutto il nostro staff.
Se condividi il valore dell’uguaglianza e delle Pari Opportunità l’onore sarà mio. See you soon